Le ferite di Afrodite.
Nei tarocchi di Marsiglia la Dea Venere/Afrodite è rappresentata dall’Imperatrice. I tarocchi vengono interrogati quasi esclusivamente per le questioni d’amore e l’Imperatrice rappresenta spesso la consultante o il soggetto amato e desiderato da chi consulta.
Noi qui la prenderemo in esame come soggetto che consulta e, in questo ruolo, vedremo, a seconda del maschile che incontra, quale può essere la ferita, la paura, il suo blocco.
Va da sé che le persone vengono ad interrogare le carte per amori infelici, non quando va tutto bene.
E altrettanto ovviamente qui daremo una breve infarinatura delle infinite varianti del tema.
Esaminiamo la coppia Imperatrice-Bagatto, in questa disposizione cioè Imperatrice prima, Bagatto seguente.
Apro una breve parentesi: ci sono casi nei quali questa Imperatrice e relativo Bagatto godono semplicemente l’una dell’altro, in una relazione breve e giocosa che entrambi sanno avere una naturale e condivisa scadenza. In questi casi, di solito la consultante vuole una specie di approvazione, benedizione, condizionate come siamo al senso di colpa nel gioire della nostra sessualità.
Torniamo invece al caso nel quale abbiamo una ferita, un blocco.
Come possiamo vedere dall’immagine, L’Imperatrice guarda Il Bagatto negli occhi: cerca il suo sguardo, cerca i suoi occhi.
Il Bagatto, da parte sua invece, ha lo sguardo abbassato, che se guardiamo bene, va verso il petto dell’Imperatrice, per non dire verso il suo ventre/basso ventre.
Così L’Imperatrice vuole vedere riflessa negli occhi del giovane Bagatto la sua stessa gioventù, vuole la conferma che è ancora bella, giovane, attraente, che il tempo non le sta portando via il suo potere di seduzione e di attrazione. Ma Il Bagatto non la guarda negli occhi e lei non può vedere quel riflesso, non può avere questa (impossibile) conferma.
Qual è il dolore di questa Imperatrice?
E’ il dolore imposto da una società che considera e giudica le donne solo in base alla loro bellezza fisica, alla loro capacità riproduttiva e che le scarta ai primi capelli bianchi. Che impone un femminile di forme asfittiche e levigate, senza rughe e ipotetiche imperfezioni. E ahimè questa Imperatrice, spesso bella di natura e che è caduta nel tranello fin dalla giovane età, ha basato, su questo copione imposto dall’alto, il suo accettarsi, il suo riconoscersi. Così quando lo specchio le rimanda una bellezza diversa, non più così levigata e prefetta, oltre a ricorrere ai rimedi estetici, ma non ne parliamo qui, tenta di sedurre e/o si lascia sedurre dalla gioventù altrui, per avere ancora per un po’ il contatto con una sé stessa che in realtà è solo un’immagine di se’, neanche sua per altro, un riflesso che è sempre stato esterno.
Il Bagatto è certamente affascinato da questa Imperatrice, non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua disponibilità, per la sua apertura a nutrirlo (guarda il petto di lei) e ad accoglierlo (il ventre) in quanto ovviamente anche Il Bagatto ha le sue fragilità: sa di essere inesperto, sia nell’arte amatoria che in quella, non meno importante, del corteggiamento.
In questa relazione Il Bagatto, che alle volte è anche davvero innamorato della sua Imperatrice, ha tutto da guadagnare, consapevolmente o meno, in quanto questa esperienza gli lascerà delle competenze amorose, una maggior conoscenza delle donne e dolci ricordi, sebbene possa soffrire al momento della rottura.
E L’Imperatrice?
Nella mia quarantennale esperienza cercherà altri giovani occhi nei quali ri-vedere una gioventù fuggevole e fuggita, fino a quando non accetterà che quelle relazioni non sono AMORE, che lei non E’ la gioventù, che lei non è i suoi anni e non è la sua immagine riflessa. Poi comincerà a cercare percorsi che la porteranno a guarire, da dentro, da sola, le sue ferite. Allora sì, in quella accettazione di sé, della vita che scorre e che lascia i suoi segni, i suoi occhi rimanderanno la bellezza, la sua unica, inimitabile, vera bellezza.
“Venere e Marte: l’arte della relazione.” Prossimo seminario dal 14 al 16 ottobre 2022.
